open space

Open space: sì o no?

Per avere una casa da copertina, in tanti aspirano alla bellezza dei propri ambienti domestici sviluppati e arredati come open space. Un termine che, proprio perché da anni è sulla bocca di tutti, merita una particolare attenzione. Non voglio stare qui a dire quanto è bello, ampio, luminoso e accogliente un open space e perché dovresti realizzare una casa  in questo modo. Voglio fare un attimo chiarezza e darti qualche spunto per decidere. La mia idea, ovviamente, è chiara e oggi ti spiegherò le ragioni sul perché la penso in questo modo sugli open space.

Cos’è un open space?

Facciamo un passo indietro. Cosa intendiamo quando parliamo di open space? La traduzione letterale è propriamente quella di “spazio aperto” e come tale è da considerare. Si fa riferimento a un ambiente unico senza pareti o elementi divisori che prevede nello stesso spazio due ambienti differenti. Generalmente l’open space nelle case è quello dato dall’unione della cucina e dal soggiorno.

Un unico spazio o ambienti separati: il mio punto di vista

Parlare dell’estetica degli open space è forse scontato, ma è giusto definire perché l’architettura e l’interior design si sono orientati in questa direzione. Gli spazi aperti rispondono a una specifica cultura e mentalità che ha cercato di porre una netta separazione con il passato e, attraverso questa gestione degli spazi, ha cercato di creare una sorta di “democrazia abitativa”.

Non ci sono più stanze e ambienti destinati a questa o quella funzione, ma tutto può essere sfruttato per quello che si vuole fare in quel momento. Gli open space, quindi, sono una soluzione particolarmente vantaggiosa per creare spazi più ampi (per quanto sottili le pareti tolgono metratura), luminosi (le pareti chiudono e ostacolano l’ingresso della luce, specialmente quella naturale) e nei quali vi è un maggiore socialità. Tutti condividono tutto e non c’è quella separazione che fino ad oggi sembrava terrorizzare tanti, almeno fino all’arrivo del lockdown.

A questo punto, direi che è il caso di mostrare le carte che ho in mano e dire quello che penso: preferisco gli spazi separati e distinti. E per almeno tre ragioni.

#1 Ordine

Credo che ogni cosa abbia, anche in casa, il suo posto. E che questo si rifletta inevitabilmente anche nella divisione degli spazi. Forse dopo tutti questi mesi chiusi in casa abbiamo compreso meglio come lo spazio domestico necessiti delle sue regole e sia governato da dinamiche specifiche. Fare una call di lavoro in camera da letto, in cucina o nel soggiorno non è la stessa cosa. Così come non lo è farlo in soggiorno tra le pile di panni da stirare o in camera tra il letto da rifare e il l’ordinato disordine che governa ogni camera da letto. Per questo non amo molto gli open space, ma c’è di più: non è vero che le pareti tolgono o, meglio, ciò che sottraggono in spazio calpestabile lo restituiscono in spazio sfruttabile dove riporre e sistemare i vari articoli. Una parete eliminata significa non avere porzioni di appoggio: nelle cucine è molto ambita la soluzione ad isola ma è bene stare attenti agli spazi di percorrenza intorno e all’ingombro dell’apertura dei vari cassetti/ante.

#2 Igiene

C’è poi un discorso prettamente igienico. Sia visivo che olfattivo. In cucina si accumulano sempre tanti profumi (ma anche cattivi odori) che è bene circoscrivere il più possibile ed evitare che finiscano in soggiorno dove, magari a distanza di un’ora, si riceveranno degli ospiti per un dopo cena. Parallelamente credo anche nell’importanza dell’igiene visiva. Al di là dei virtuosi dell’ordine che riescono a lavare i piatti e a sistemare la cucina sempre dopo ogni pasto (dalla colazione alla cena passando per la merenda e l’aperitivo), spesso capita di lasciare il piano della cucina pieno di stoviglie ad asciugare o di piatti e pentole da lavare. Se una volta si decide di rimandarne la pulizia perché si ha un’urgenza o stanno arrivando delle persone, in un open space questo risulterebbe immediatamente visibile a discapito dell’armonia della casa.

#3 Simultaneità

Belli gli open space, niente da obiettare in merito, ma ce lo possiamo dire onestamente che forse risultano tali sulle foto delle riviste e delle immagini online? Non per generalizzare, ma la vita in una casa è molto diversa rispetto a quella che troviamo descritta in queste immagini. Per questo avere ambienti divisi è utilissimo anche per consentire più attività contemporaneamente.

Per tutte queste ragioni credo che un ambiente unico creerebbe maggiori disagi e confusione che sono elementi a mio avviso da tenere il più lontani possibili dalla propria abitazione. La casa è e rimane un’oasi di relax nella quale potersi rilassare e riposare, non stressarsi ancora di più.

Soluzioni alternative all’open space cucina-soggiorno

Le pareti vetrate a mezza altezza

Utilizzare una parete divisoria in vetro trasparente e montanti più o meno visibili, ad un’altezza maggiore rispetto al piano di lavoro della cucina è una soluzione ottima che riesce a dare continuità visiva tra gli ambienti ma a nascondere dall’occhio indiscreto degli ospiti qualsiasi pentola fuori posto!

parete vetrata

Le pareti vetrate opache

Lo stesso vale per una vetrata a tutta altezza ma non traslucida. Il vetro può essere trattato in diversi modi, assicurando il passaggio della luce e la percezione di uno spazio continuo, nascondendo però quello che c’è dietro!

parete vetrata opaca

Un cannocchiale visivo

Un’altra valida soluzione è creare un “taglio” all’interno della parete divisoria tra soggiorno e cucina, creato magari con un arredo su misura e giustificandolo come appoggio per un bancone snack.

cannocchiale

Nascondere la cucina

Un’alternativa molto ambita da un buon progettista è sicuramente quella di studiare gli spazi in modo che nonostante la comunicazione totale dei due ambienti, la zona di lavoro della cucina risulti nascosta visivamente dal soggiorno. Il giusto posizionamento dell’area cottura è quello che riesce a non far disperdere gli odori nel resto degli ambienti comunicanti, grazie ad una giusta conformazione spaziale e a finestre dedicate che ne assicurano l’uscita.studio planimetrico

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